Le inalazioni, e ancor
più, i suffumigi, nella pratica ospedaliera e ambulatoriale, hanno ceduto il posto
all'aerosolterapia che ha cominciato a diffondersi anche come cura casalinga.
L'aerosolterapia si fonda
sul principio della riduzione della sostanza medicamentosa in goccioline minutissime
(dette appunto aerosol) dal diametro di gran lunga più piccolo di quello delle goccioline
di vapore acqueo che si ottengono con l’inalazione. Queste particelle, penetrando profondamente
nell'apparato respiratorio (il cui lume diventa progressivamente più stretto
man mano che ci si allontana dalla trachea), raggiungono anche quelle zone ammalate
che non possono trarre giovamento dalle inalazioni. Inoltre le dimensioni ridotte
di queste particelle fanno si che esse siano assorbite più facilmente.
L'aerosolterapia si pratica
con un apposito apparecchio, dotato di un motorino elettrico e di una vaschetta
in cui si pone la sostanza da inspirare; in genere si tratta di non oltre 2 centimetri
cubi di liquido, che vengono completamente ridotti in una nube impalpabile e quasi invisibile
nel giro di circa 10 minuti.
Solo il medico può prescrivere
il farmaco da adoperare, la quantità e la frequenza delle sedute di aerosolterapia,
che possono essere effettuate in appositi ambulatori oppure privatamente se si possiede
l'apparecchio apposito; questo ultimo può anche essere preso in affitto presso le
farmacie con una modica spesa mensile.
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