Ai fini dell'eleganza,
lo si sa, gli accessori hanno un'importanza di primissimo piano: anche un solo
particolare sbagliato può compromettere un
insieme armonico e di buon gusto. L'abito, è stato detto giustamente, presenta,
l'accessorio qualifica.
Ciò è vero sempre, sia nel caso dell'abbigliamento
femminile sia in quello dell'abbigliamento maschile; anzi, in questo secondo
caso l'affermazione è ancora, se possibile, più valida.
Ci sono insomma delle regole precise, in
fatto di accessori maschili, che l'uomo deve conoscere (e, naturalmente, applicare),
per essere veramente elegante.
Esempio pratico.
UN ERRORE DA EVITARE
Incontriamo per la strada, in un ufficio, a
un ricevimento, un signore distinto, di aspetto gradevole, che indossa un abito
di buon taglio e di un colore discreto, una camicia impeccabile e una cravatta
intonata. Ha un'aria sicura, elegante, cammina con passo elastico, poi si siede
e con gesto disinvolto accavalla le gambe.
E qui tutto crolla: distinzione, eleganza,
buon gusto. Il signore infatti porta calzini corti che lasciano scoperti i
polpacci villosi e muscolosi, tutt'altro che gradevoli da vedere. Ha commesso
un grave errore, ma la colpa non è soltanto sua: la moglie, la fidanzata, la
madre o la sorella hanno una parte di responsabilità, perché non hanno saputo correggere quell'errore e
scegliere, per lui, calze lunghe come esige invece il codice dell'eleganza
maschile.
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