Non sono altro che pane biscottato a forma di
bastoncini, preparato senza lievito, con farina di frumento, acqua e sale. Sono
cotti al forno due volte e contengono perciò pochissima acqua (circa il 12%
contro il 36% del pane). Il loro contenuto di idrati di carbonio è molto alto
(75%), e quindi, rispetto al pane ordinario, sono molto più nutrienti. Data la
loro doppia cottura sono di facile digeribilità (come lo è la crosta del pane
rispetto alla mollica): la tostatura della pasta, infatti, riduce il contenuto di
acqua e rende gli amidi più assimilabili;
bisogna dire però che in tal modo viene anche
ridotto il contenuto vitaminico. I grissini hanno un discreto tasso di proteine
vegetali (9%) e di sali (1,5%). Essi sono molto ben accetti al palato essendo
croccanti e saporiti; specie se confezionati di
recente sono teneri e friabili. Per il loro alto potere nutritivo e la facile digeribilità
sono particolarmente adatti ai dispeptici, agli ammalati e ai bambini.
Costituiscono inoltre un prezioso aiuto nel passaggio da una dieta liquida a
una semisolida (malattie febbrili, enterocoliti).
Vi sono oggi in commercio diverse qualità di
grissini, ma i più famosi sono quelli torinesi, lunghi e sottili, che vengono
ormai prodotti ovunque su larga scala. Sembra che essi siano apparsi per la
prima volta a Torino sulla fine del 1600, inventati dal famoso fornaio Antonio
Brunero. La loro presenza sulla tavola era molto apprezzata da Napoleone
Bonaparte che era solito chiamarli “ les petits bàtons de Turin”.
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