Il capello non è una materia
inerte, ma viva come la pelle e le unghie. Il nostro stato di salute quindi, buono
o cattivo che sia, si ripercuote sul capello. Una perfetta circolazione del sangue,
un'igiene scrupolosa, una alimentazione ricca di vitamine, una cura crostante assicurano
ai capelli vitalità e lucentezza, esattamente come consentono alla epidermide di
essere elastica e luminosa.
Forse non ve lo siete
mai domandato. La vita del capello è relativamente breve, varia da tre a sei anni,
a seconda della posizione, i capelli che vivono più a lungo sono quelli della nuca;
i più fragili sono quelli delle tempie.
La capigliatura si rinnova
completamente ogni sei anni. Non si tratta naturalmente di una sostituzione
improvvisa, ma graduale: i capelli, prima di cadere, restano atrofizzati per un
periodo di circa tre mesi, dando la possibilità a un nuovo bulbo di svilupparsi.
Il bulbo “butta fuori”
il capello nuovo e sano quando il capello vecchio e morto cade.
Questo rinnovo continuo
ci dà l'impressione che i capelli siano sempre gli stessi e, in effetti,
quantità e qualità dovrebbero essere piuttosto costanti.
Talvolta invece ci si
accorge con disappunto:
- che la capigliatura
perde consistenza;
- che i capelli che
restano attaccati al pettine o alla spazzola sono più di quanti sarebbe ragionevole;
- che sono opachi, fragili,
senza vita;
- oppure che sono grassi
e pieni di forfora.
Spesso, invece di curarli,
si cercano dei palliativi: la cotonatura, il toupet, a volte addirittura... la parrucca.
E il male, naturalmente, non si arresta ma peggiora. Sarebbe il caso invece di correre
ai ripari, di affidarsi non tanto al parrucchiere quanto al “tricologo” cioè allo specialista.
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