Questo è il
messaggio che la scrittrice e blogger americana Bea Johnson ha condiviso in
occasione della presentazione del suo libro, nella versione italiana, Zero
rifiuti in casa (Logart Press Editore, 2017. Traduzione di C. De
Bernardinis. Con illustrazioni di Bea Johnson. 261 pp., stampato su carta
riciclata certificata FSC 100g.)
Zero rifiuti
sembra un obiettivo impossibile e invece Bea Johnson, attraverso il suo racconto
semplice e vivace, ci fa capire come una scelta di vita individuale possa
contribuire non solo alla salvaguardia dell’ambiente, ma anche alla felicità
domestica. Infatti ciò che colpisce di questo racconto è come in un contesto
dove il consumismo è spinto all’estremo e il benessere sembra strettamente
connesso al possesso delle cose, vivere con l’essenziale possa rendere molto
più leggeri e sereni.
Bea per
molti anni ha rappresentato il modello americano tipico: bella casa, oggetti di
design, abiti per ogni occasione, attrezzature sportive di ogni genere, poi
gradualmente la consapevolezza che tutto quel superfluo era dannoso per il
pianeta e per la sua famiglia. Di qui è partita la svolta verso lo stile
descritto nel suo libro e che si condensa nel metodo delle 5 R per la
salvaguardia dell’ambiente.
Ecco i punti
essenziali:
Rifiutare: molti oggetti che ci arrivano
dall’esterno sono inutili, quindi è sufficiente rifiutarli e fare in modo che
non arrivino in casa; all’inizio può sembrare difficile ma con un po’ di
attenzione e perseveranza si riesce a evitare l’accumulo inutile.
Ridurre: se in casa servono 5 sedie perché
possederne 20? Se si presta attenzione a ciò che si ha in casa ci si renderà
conto che molte cose non servono, non sono necessarie, e allora perché non
ridurne la quantità limitandosi solo a ciò che è davvero importante?
Riutilizzare: su questo concetto Bea si sofferma
molto, perché rappresenta il nucleo fondamentale dello zero rifiuti. Tutto ciò
che è mono uso va eliminato e sostituito con materiali riutilizzabili. Gli
esempi presentati sono molti, dall’acquisto di cibi e detersivi sfusi, con
contenitori propri in vetro o stoffa, all’utilizzo del bicarbonato come
dentifricio e ai cosmetici fatti in casa con materiali alimentari come il
cacao, o all’acquisto nei negozi e mercatini dell’usato. Il principio è che gli
oggetti devono essere utilizzati e riutilizzati con creatività e inventiva.
Riciclare: tutto ciò che non può essere
oggetto dei passi successivi, deve essere riciclato.
Ridurre in
compost: ultima
fase del processo, gli scarti alimentari devono essere compostati e
riutilizzati come fertilizzante.
Oggi Bea e
la sua famiglia riescono nel corso dell’anno a produrre una quantità minima di
rifiuti e a risparmiare circa il 40% rispetto a quanto spendevano in precedenza
con un vantaggio ambientale ed economico.
Riguardo
agli aspetti più complessi come gli impatti economici di questo stile di vita
sul sistema produttivo, le indicazioni della scrittrice sono rassicuranti. Bea
ha evidenziato come dopo le sue presentazioni siano aumentati gli esercizi
commerciali di cibi e detersivi sfusi, come sia stata contattata da grandi
aziende per consulenza circa i metodi di imballaggio, oltre a essere inviata a
conferenze e presentazioni in scuole e istituzioni interessate a sensibilizzare
sui temi ambientali.
L’augurio è
che un comportamento di consumo virtuoso possa influenzare positivamente il
sistema produttivo contribuendo a generare un modello più sostenibile.
Nessun commento:
Posta un commento