Ci sono persone che per
malintesa buona volontà, o per mostrarsi colte e informate, o semplicemente per
vizio, hanno l'abitudine di correggere quelli che stanno parlando. È questa una
grossa mancanza, specialmente quando ci si trova in pubblico.
Non è affatto vero
che correggere una persona sia un atto di gentilezza.
Può esserlo solamente
in questi casi:
quando non c'è nessun
altro che ascolta la correzione (e quindi
registra lo sbaglio);
quando lo sbaglio può
essere veramente dannoso a quella persona;
quando pensiamo che non
ci sia nessuno più adatto di noi a correggerla (madre, insegnante, parente o amica
intima);
quando siamo certi che
questa persona desidera essere corretta.
In tutti gli altri casi,
si lascia che sbagli.
Il fatto che pronunci
male le parole straniere, che confonda le date, che racconti cose inesatte, non
ci autorizza affatto a intervenire. Correggendo la persona, non faremmo che far
notare a tutti il suo errore e, invece di guadagnarci la gratitudine di chi abbiamo
inteso aiutare, ce ne guadagneremo il risentimento.
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