Una «bella voce», cioè
una voce calda, modulata, armoniosa, è certamente un dono di natura e non c'è dubbio
che, specialmente per una donna/uomo, tale qualità rappresenti un elemento di fascino.
Una voce carezzevole, riposante, senza note stridule, senza inflessioni dialettali,
avvince quanto un comportamento signorile e raffinato. Ne è prova il fatto che le
più belle attrici e bravi attori del cinema, quando
non sono sicuri della propria dizione o del tono della propria voce, preferiscono
farsi doppiare, cioè far parlare in loro vece un'altra persona, in modo da non smorzare
l’interesse o annullare il fascino che il loro apparire sullo schermo ha determinato.
Con una bella voce si
nasce, è innegabile, ma è altrettanto certo che la bella voce può essere una conquista,
ottenuta con l'esercizio costante.
C'è un esempio classico
nell'antichità: Demostene, il più grande oratore di cui si abbia memoria, era
balbuziente: diventò scioltissimo obbligandosi a parlare con costanza per alcune
ore al giorno con dei sassolini in bocca.
Molti attori di teatro,
del resto, hanno costruito con fatica la propria voce, fino a farne un capolavoro;
e il successo delle loro interpretazioni è affidato, prima ancora che alla presenza
fisica e alla padronanza della scena, al modo di porgere le frasi, alla capacità
di suscitare, attraverso mille sfumature, sentimenti, sensazioni, emozioni.
La loro forza di suggestione
è racchiusa in grandissima parte nella voce: non è necessario vederli, basta soltanto
ascoltarli per sentire l'animo risvegliarsi alla commozione.
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