http://elparlavadeperlu.myblog.it/

venerdì 21 febbraio 2014

CATAPLASMI


Un tempo i cataplasmi erano molto adoperati, anzi essi costituivano l'unico modo conosciuto per curare un processo infiammatorio. Il loro scopo era quello di accelerare e favorire la « maturazione » dell'infiammazione con l'applicazione di calore umido sulla parte ammalata. L'impiego prima dei sulfamidici e poi degli antibiotici ha completamente trasformato il modo di trattare queste manifestazioni morbose.

Ciò non toglie però che qualche volta il medico possa consigliare i cataplasmi.

Essi sono costituiti da un impacco di una pastetta (generalmente di farina di semi di lino bollita), piuttosto molle, avvolta in pezzi di garza e applicata più calda possibile sulla parte; appena l'impacco

si raffredda si toglie e si sostituisce con un altro in modo che la zona resti sempre sottoposta al calore umido.

La farina di seme di lino va diluita in parti uguali con acqua e scaldata lentamente, mescolandola di continuo fino a che acquista una consistenza pastosa; la farina dei cataplasmi già raffreddati non può essere riutilizzata. Il cataplasma va applicato sulla pelle unta di vaselina e la sua temperatura provata sul dorso della mano di chi lo prepara, qualche volta si versa sulla superficie del cataplasma qualche sostanza medicamentosa, ad esempio il laudano.

Oggi anche il fastidio dei cataplasmi con la farina di seme di lino può essere evitato; sono in commercio, infatti, nelle farmacie speciali preparati a base di silicati di alluminio e di glicerina che assolvono allo stesso compito, ma sono molto più pratici, più puliti, durano di più (12-24 ore), ed esigono una preparazione molto semplice. Essi si applicano direttamente sulla cute, come una pomata, dopo essere stati riscaldati prima, come si conviene, a bagnomaria.

Nessun commento:

Posta un commento