Una mattina un
pastorello conduceva al pascolo cento pecore. Alla svolta dei Tre Pini saltò fuori
il lupo e, digrignando i denti, intimò: «O mi dai una pecora per colazione o
faccio una strage e sbrano anche te!». Il pastorello, per prendere tempo,
rispose: «Va bene: ti darò una pecora, ma voglio indicartela io.
Prendi la
sessantesima del gruppo, contando dall'ultima». Il lupo confessò: «Non so
contare». «Allora», riprese il ragazzo, «prendi quella nera, che sta là, dietro
quel cespuglio, a sinistra». Il lupo andò, ma dietro il cespuglio c'era il grosso
mastino del pastore, il quale affrontò la belva ed ebbe la meglio. Il ragazzo
accorse e, vedendo il lupo morente, gli disse: «Hai visto che cosa vuol dire
non saper fare di conto? Se fossi andato a scuola da piccolo, questa
disavventura non ti sarebbe capitata».
Frattanto, in mezzo
al gregge una pecora bigia, la sessantesima a contare dall'ultima, borbottava per
conto suo: «È proprio una fortuna che certe bestie, a questo mondo, non siano andate
a scuola e non sappiano contare!».
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