II valore alimentare
d'elle ciliegie è modesto: contengono infatti dal 6 al 9 % in zuccheri, vitamine
A, C, PP, sali di potassio, una forte quantità d'acqua (fino al 90%), vari acidi
(malico, citrico, succinico).
Come tutte le frutta acquose
a sapore acido-zuccherino, hanno proprietà diuretiche, che le rendono
raccomandabili a chi soffre di acidi urici e a coloro che sono predisposti ai disturbi
renali e articolari. Poiché nelle ciliegie mancano quasi del tutto i grassi e
le proteine, questa frutta è indicata anche per coloro che soffrono di disturbi digestivi
con intolleranza per i grassi e le proteine (es. sofferenti di disturbi epatici).
Una credenza popolare
magnifica le virtù medicinali degli infusi e dei decotti preparati con i piccioli
di ciliegie. Ebbene: è stato accertato che tali decotti non contengono altro che
un po' di tannino. Un po' poco, per la loro fama di rinfrescanti, anti- uricemici
e antiartritici...
Che le ciliegie, mangiate
in quantità rilevante siano indigeste, è noto a tutti; talvolta anche se non si
eccede nella quantità, possono provocare ugualmente disturbi digestivi: questo è
causato dall'eccessivo contenuto in acidi organici, soprattutto quando si consuma
frutta non perfettamente matura. Le ciliegie diventano perfettamente digeribili,
quando sono cotte nel vino e condite con zucchero. Particolarmente adatte per
la cottura sono le amarene che, preparate in questo modo, acquistano particolari
pregi di sapore e di raffinatezza.
Le ciliegie non si prestano
a venire essiccate, sia per il loro alto contenuto d'acqua, sia per la facilità
con la quale si guastano.
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