Dovete acquistare un elettrodomestico? Attenzione all'etichetta energetica
"Etichetta furbetta", l'indagine realizzata da Legambiente, in collaborazione con il Movimento Difesa del Cittadino, ha rivelato che uno su tre elettrodomestici viene venduto senza etichetta energetica o viene posizionata in modo scorretto.
L'obiettivo della ricerca è quello di controllare la corretta applicazione della direttiva sull'etichetta energetica nei negozi e le dichiarazioni dei produttori sulla veridicità delle etichette dei prodotti. Essa fa parte del progetto pilota MarketWatch, la campagna che raggruppa 16 realtà della società civile e affianca le istituzioni nel settore del controllo di mercato nel campo delle etichette energetiche, per combattere gli sprechi.
In particolare l'indagine ha esaminato 2.522 prodotti, di cui 1.991 presenti nei negozi (grandi superfici di vendita di mobili, ipermercati, grandi superfici specializzate) e 531 negli online stores, suddivisi in 5 tipologie di prodotto (tv, frigoriferi, refrigeratori per il vino, forni elettrici e condizionatori).
I risultati sono stati abbastanza scoraggianti: gli elettrodomestici che presentano più errori nell'applicazione dell'etichetta sono televisioni, refrigeratori per bottiglie di vino e condizionatori; spesso l'irregolarità è dovuta al posizionamento sbagliato dell'etichetta, non dalla sua assenza, che ostacola il consumatore nella lettura; si riscontrano casi in cui l'etichetta è stata fotocopiata o scritta a mano o al computer dal negoziante; i negozi online presentano maggiormente queste irregolarità, con maggiore dispersione delle informazioni.
Tutte queste infrazioni non fanno che contribuire negativamente sul bilancio familiare provocando sprechi e influendo al cambiamento climatico. L'applicazione corretta delle direttive sull'Etichetta Energetica consentirebbe, oltre al risparmio delle famiglie anche a grossi vantaggi ambientali, con forti riduzioni sulle emissioni di CO2.
L'etichetta energetica ha l'obiettivo di informare gli utenti finali sul consumo di energia del prodotto per favorire il risparmio di energia e acqua e consentirne un impiego più razionale.
L'Unione europea ha cominciato a disciplinare l'etichettatura energetica partendo dai grandi elettrodomestici con la Direttiva 92/75/Cee, che riguarda l'indicazione del consumo di energia e di altre risorse degli apparecchi domestici mediante un'etichettatura.
Nel corso degli anni, la Direttiva 92/75/Cee ha subito sostanziali modifiche. Per ampliare l'ambito di applicazione, è stata emanata la Direttiva 2010/30/Ue - Norme sull'etichettatura del consumo energetico degli elettrodomestici e di altri prodotti connessi all'energia.
Le disposizioni presenti nella Direttiva 2010/30/Ue sono state recepite in Italia dal Dlgs 28 giugno 2012, n. 104, con un anno di ritardo rispetto ai termini fissati. Essa obbliga i costruttori ad apporre agli elettrodomestici più diffusi (frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavastoviglie ecc.) l'etichetta energetica con lo scopo di informare i consumatori sul loro consumo di energia.
In questo modo i consumatori possono scegliere con più cognizione di causa e optare per elettrodomestici che consumano meno. Ed è questa la tendenza che si è verificata nel mercato europeo da quando è entrato l'obbligo dell'etichettatura energetica degli elettrodomestici: gli acquisti si sono orientati sempre più verso elettrodomestici efficienti.
Dall'altra parte i produttori sono spinti ad un miglioramento delle prestazioni energetiche dei loro prodotti, per soddisfare la tendenza della domanda.
Purtroppo queste direttive non vengono sempre applicate e i consumatori spesso non sono in grado di scegliere i prodotti venduti e si ritrovano ad acquistare prodotti meno efficienti di quanto viene dichiarato dall'etichetta o mancanti delle corrette indicazioni energetiche che dovrebbero di regola essere fornite al consumatore.
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