Qualche genitore,
giustamente desideroso di facilitare al figlio/a la scelta degli amici, si
mette addirittura al suo posto, lo spinge a giocare con questo o con quello,
decide per lui quali sono gli amici migliori, scarta questo bambino perché è troppo
maleducato o malvestito, quest'altro perché è troppo prepotente, quest'altro
ancora perché è troppo timido. Genitori di questo tipo devono tenere presente
che il proprio ruolo è quello di aiutare il figlio, di incoraggiarlo, ma non di
sostituirlo nella scelta. L'evoluzione psichica si compie per gradi: inoltre ogni
bambino/a, nel quadro dell'evoluzione generale, ha un suo ritmo particolare di sviluppo.
Questo ritmo va rispettato il più possibile. Così nella scelta di un certo
amico/a un bambino/a manifesta un suo particolare bisogno, che può avere origini
diverse. Per esempio, può darsi che un bambino/a di condizione sociale elevata trovi
interessante frequentarne uno di condizione più modesta, perché nell'amico/a trova
probabilmente più spirito di iniziativa, più ricchezza di esperienze concrete.
Sarebbe un errore impedirgli un contatto del genere, pensando che l'amicizia con
un bambino/a socialmente inferiore lo impoverisca al contrario, un'amicizia del genere può ampliare
le sue nozioni del vivere comune, arricchire la sua esperienza umana e lui/lei stesso/a,
In un altro caso, può darsi che un bambino/a timido/a preferisca giocare con un solo amico/a,
piuttosto che con un gruppo di bambini.
Queste scelte vanno rispettate e, quanto meno il
bambino/a verrà forzato ad avere amicizie che non gli piacciono, che non
rispondono alle sue vere esigenze, tanto più naturalmente e positivamente si compirà
il suo sviluppo sociale.
I genitori potranno intervenire
utilmente quando si presentano delle vere e proprie difficoltà, cioè quando il bambino/a
vorrebbe comunicare con i suoi coetanei ma viene respinto, quando il bambino/a sceglie
dei cattivi amici, quando il bambino/a non desidera farsi degli amici e preferisce
isolarsi.
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