Ogni giorno quando facciamo la spesa
scegliamo i prodotti da acquistare confrontando prezzo, qualità ed apporto
calorico. Da oggi è possibile valutare anche l'impatto che un semplice frutto o
una portata di carne può avere sull'ambiente.
L'Osservatorio nazionale sulla salute
dell'infanzia e dell'adolescenza (Paidòss), in occasione della '7th
International Conference on children's health and the environment' tenutasi a
Gerusalemme, ha presentato uno studio sulla relazione tra alimenti ed impatto
sull'ambiente.
Il concetto alla base di questo studio è
semplice: analizzando i cibi contenuti in una classica piramide alimentare è
possibile disporli in funzione del loro impatto sull'ambiente. In questo modo
si osserva che i cibi che dovrebbero essere alla base della nostra dieta
(es. frutta e verdura) sono anche quelli che meno incidono sul territorio e
sulle sue risorse.
Il minor impatto ambientale raggiungibile con
una dieta mediterranea o vegetariana è desumibile osservando i grammi di CO2
emessi per ottenere un alimento:
- 30
kg di CO2 per 1 kg di carne bovina;
- 1,9
kg di CO2 per 1 kg di pasta;
- 70
g di CO2 per 1 kg di frutta.
Mantenere un'alimentazione ricca di alimenti
di origine animale non dà una mano all'ambiente nemmeno dal punto di vista
delle risorse idriche. Sono infatti necessari:
- 15.500
litri d'acqua per ottenere 1 kg di carne bovina;
- 1.390
litri d'acqua per 1 kg di pasta;
- 600
litri d'acqua per 1 kg di frutta.
Oggi sappiamo che un'alimentazione troppo
ricca di zuccheri e grassi, oltre ad essere dannosa per la nostra salute,
incide negativamente sull'ambiente. Considerando che solo l'1% dei bambini tra
i 6 e i 10 anni mangia in maniera sana, dovremmo educare tutti noi ad una nuova
ecologia dell'alimentazione, aiutando così la nostra salute e l'ambiente,
preservando le risorse del territorio per le generazioni future.
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