Che cos’è dunque questo misterioso inconscio,
questa sorprendente parte della nostra personalità che ci sfugge e di cui tutti
sembriamo perfino ignorare l'esistenza?
Freud ha risposto a questo interrogativo affermando
che l'inconscio è la somma di tutti i desideri, le emozioni, le ansie e le delusioni
che si accumulano dentro di noi, giorno per giorno. Sebbene si cerchi, quando si
è svegli e coscienti, di controllare e reprimere tutto ciò, nessuno riesce a
liberarsene totalmente. L'inconscio è tenacemente
radicato dentro di noi e riaffiora all'improvviso
quando la nostra vigilanza si allenta, ad esempio durante i l sonno. Ma accade
uno strano fenomeno: anche se dormiamo, anche se non siamo coscienti, il nostro
inconscio non si sente mai completamente libero, come se si vergognasse di certi
desideri proibiti e di certe emozioni
Perciò, quando sogniamo, anziché rivelare chiaramente
i nostri stati d'animo, l'inconscio preferisce esprimerli per mezzo di immagini
simboliche (perdere i denti, camminare svestiti in mezzo alla folla, sostenere un
esame, ecc.). Questi simboli sono comuni a tutti perché i l linguaggio dei
sogni è universale.
Secondo Jung invece, l'inconscio è quella zona
del cervello in cui vengono trattenuti tutti i ricordi che non hanno trovato
posto nella zona cosciente. Di tutte le innumerevoli esperienze e sensazioni
che colpiscono a ogni istante la corteccia cerebrale, solo una piccola parte
riesce a costituire dei ricordi coscienti. La maggior parte di esse viene
relegata nell'inconscio e quando la corteccia cerebrale è in stato di parziale
riposo, come ad esempio durante il sonno, esse riaffiorano. La mente così
riesce a creare scene e immagini fantastiche, ossia a sognare.
Jung asserisce che parte dei ricordi
dell'inconscio risalgono persino alla nostra vita prenatale, cioè a quando
eravamo ancora nel grembo materno; ad esempio l’acqua, che così frequentemente
ricorre nei sogni, potrebbe significare il liquido uterino nel quale eravamo
immersi prima di nascere.
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