Ecco una malattia che per fortuna ha perso, negli
ultimi decenni, buona parte della sua gravità, grazie alle cure con cui oggi
siamo in grado di combatterla e soprattutto di eliminarne le conseguenze.
Perché queste cure siano efficaci, è
necessario però iniziarle al più presto, meglio se nella prima settimana di malattia.
Purtroppo non è
facile fare subito una diagnosi.
COME SI
MANIFESTA
All'inizio la malattia non differisce dalle solite
infiammazioni delle prime vie respiratorie: poca o niente febbre, occhi arrossati,
raucedine, catarro.
Anche la tosse non presenta alcuna speciale caratteristica;
solo un orecchio molto esperto può cogliervi un timbro particolarmente sonoro. Dopo
una settimana, febbre e catarro scompaiono, ma la tosse, invece di diminuire, diventa
via via sempre più forte e insistente; inoltre i colpi di tosse non sono
distanziati, ma si raggruppano in vere e proprie crisi, più frequenti di notte
e nelle prime ore del mattino.
Quando la malattia è grave, le crisi sono accompagnate
da convulsioni: il bambino chiama la mamma, si aggrappa a lei, tossisce in modo
spasmodico, prolungato; spesso, dopo una pausa, ha una seconda crisi (ripresa).
A intervalli, durante la crisi, il piccolo malato compie una inspirazione
rapida e profonda, con un rumore caratteristico, un po' sibilante, che ha dato
origine ai nomi popolari della malattia: tosse canina, tosse asinina; così infatti
è comunemente chiamata la pertosse.
CAUSE ED
EFFETTI
Da che cosa è provocata la pertosse?
È una infezione causata da alcuni germi che
invadono la gola, la trachea e l'inizio dei bronchi. Questi bacilli producono sostanze
velenose (tossine), che sono responsabili dei sintomi più gravi della malattia.
Sono sempre le tossine che provocano lo
stimolo della tosse che a sua volta causa le crisi; inoltre alterano i vasi sanguigni
provocando caratteristici gonfiori alla fronte, alle palpebre, piccole chiazze emorragiche
nella cornea e sangue dal naso. Se l'irritazione aumenta di violenza, ecco
comparire anche il vomito che aggrava, naturalmente, le condizioni del piccolo
ammalato. Solo nelle forme gravissime si possono avere delle lesioni che
lasciano al bambino danni permanenti (epilessia, diminuzione dell’intelligenza).
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